Italian sounding in giro per il mondo

Il fenomeno Italian sounding è noto e diffuso nella maggior parte del mondo, a conferma di quanto siano apprezzati e del significativo valore rappresentato dai prodotti alimentari tipici italiani.

Consiste nell’utilizzo (improprio) di denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni cromatiche e marchi che evocano l’Italia sulle etichette e sulle confezioni di prodotti non italiani, ma che hanno riferimenti nel nome al paese Italia, alla sua cucina o al suo territorio, fuorviando, confondendo e così potendo trarre in inganno il consumatore. Sono imitazioni o anche prodotti contraffatti che rispondono alla crescente domanda di prodotti tipici italiani, riconosciuti da studi recenti tra i più amati e conosciuti nel mondo.

Il rapporto

L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare ISMEA ha pubblicato a giugno 2023 un rapporto sul quanto vale l’Italian Sounding e sul come trasformarlo in export Made in Italy.

Il documento affronta la diffusione e la portata del fenomeno a livello internazionale, approfondendo tre temi:

  • La competitività internazionale della filiera agroalimentare italiana
  • Il fenomeno Italian sounding: quanto vale e come trasformarlo in export Made in Italy
  • Come superare il fenomeno Italian sounding nella filiera agroalimentare italiana

Italian sounding: in quali paesi…

L’export agroalimentare italiano nei top paesi mondiali per Italian sounding è pari a 34 miliardi di euro, vale a dire il 57,8% del totale nazionale. Si registra un valore di 22,5 miliardi solo nei paesi europei tra cui Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito (pari al 66%), con punte di 6,7 miliardi nel mercato statunitense (cioè il 20%).

… e quali prodotti

Nei 10 paesi oggetto della ricerca sull’effetto del fenomeno Italian sounding sono stati presi in esame 11 prodotti italiani tipici, che nel complesso raggiungono un valore export verso tali paesi pari a 7,5 miliardi di euro, vale a dire il 12,8% del totale. Su tutti pasta di grano duro (1.719 milioni di euro), olio EVO (1.117 mln) e prosecco (1087 mln), seguiti da parmigiano reggiano e grana padano (824 mln), pesto e altri condimenti (810 mln), prosciutto (807 mln), pizza, salame e, in fanalino di coda, aceto (133 mln), gorgonzola (103 mln) e ragù (18 mln).

Esportare il “Food in Italy”

Calcolando solo i consumatori all’estero realmente ingannati dall’azione di marketing su prodotti italiani “falsi”, il c.d. Italian sounding “raggiungibile” ammonta a 60 miliardi di euro, caratterizzato da un moltiplicatore di 1,01. Da cui deriva che il potenziale di esportazione cumulato per il nostro paese (qualora venisse recuperato il fenomeno di Italian sounding) sia pari a 119 miliardi di euro. Si tratta di un ampio potenziale di crescita per le imprese esportatrici: il fenomeno Italian sounding dev’essere anche interpretato come un obiettivo di fatturato aggiuntivo della filiera agroalimentare italiana.

Negli intenti, l’elaborazione di una serie di proposte di azioni concrete attraverso il cd. “Manifesto per il contrasto all’Italian sounding”, che mette in evidenza, in primis, come l’italianità  rappresenti un patrimonio fondamentale che permea le filiere produttive del nostro paese, includendo quelle che sono caratteristiche tangibili e intangibili legate alla cultura, all’imprenditorialità, allo stile di vita e al “saper fare”. Patrimonio che può e deve differenziare e caratterizzare l’offerta di prodotti e servizi italiani rispetto a quelli di paesi concorrenti, soprattutto nel settore agroalimentare, rafforzandone competitività e crescita.

 

Il rapporto integrale pubblicato da ISMEA è disponibile al seguente QR code oppure su richiesta scrivendo a info@globalexport.it

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