L’innovazione come vantaggio competitivo per l’export

Il panorama italiano delle giovani imprese ad alto potenziale tecnologico, seppur più ristretto rispetto allo scenario di altri paesi, è caratterizzato da una vivacità e capacità innovativa che, opportunamente sfruttata, può diventare un vantaggio competitivo vincente per quelle imprese che decidono di affacciarsi al mercato globale e si chiedono come esportare.

Ai neo-imprenditori spieghiamo come e perché un export manager possa diventare il fattore determinante per rendere protagonista una startup/PMI innovativa nei mercati esteri grazie ad un’accurata valutazione degli elementi critici ma soprattutto ad un potenziamento dei propri vantaggi interni.

I numeri ci sono…

I dati dimostrano il valore di questo settore in Italia.

Tra i numerosi strumenti agevolativi pubblici per sostenere le giovani imprese innovative, in primis il progetto Smart&Start che, oltre a riservare 100 milioni di euro per le startup femminili, consente finanziamenti da 10.000 a 1.500.000 di euro per i piani e progetti aziendali più innovativi. Inoltre, il PNRR finanzierà progetti relativi alla transizione verde e digitale delle startup italiane con una dotazione di 550 milioni di euro.

Ma come sono composte queste aziende? Un rapporto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) aggiornato al Q1-2023 riporta i seguenti dati:

  • le startup a prevalenza femminile (più della metà composta da donne) sono il 13,7% del totale
  • le startup composte da almeno una donna sono il 44,4% del totale
  • le startup a prevalenza giovanile (soci under 35 anni) sono il 16,3% del totale
  • le startup composte da almeno un giovane (under 35) sono il 39,1% del totale

La forte presenza e centralità di tali figure è ciò che rende possibile la freschezza di idee, la versatilità organizzativa e il proliferare di diverse prospettive, sicuramente un valore aggiunto di questa tipologia di imprese innovative.

… e il fatturato? Esportare per crescere

Il termine ‘impresa’ deriva proprio dalle difficoltà con cui bisogna confrontarsi sia per trovare un’idea che valga la pena commercializzare sia per mettere in piedi un’attività sostenibile e in grado di reggere al peso della competizione che oggi permea qualsiasi settore. Purtroppo, il modello di business più comune per le giovani imprese innovative consiste nello sperare di ottenere finanziamenti privati o di venire acquisite da aziende più grandi e affermate prima che sia troppo tardi.

Ciò di cui necessitano veramente queste imprese è trovare e stabilizzare il proprio flusso di fatturato, ma molti potrebbero descrivere il mercato italiano come “poco accogliente” nei confronti dell’innovazione. Fortunatamente, esiste un intero mercato globale da scoprire e che, se sfruttato al meglio, può rivelarsi la soluzione perfetta per una giovane impresa in cerca di vera domanda per la sua idea innovativa. Per analizzare i fattori che rendono una startup o PMI innovativa pronta ad esportare, ci rifacciamo al metodo SWOT, che distingue tra fattori interni ed esterni, positivi e negativi. Vediamo quali considerazioni emergono.

Strengths: i vantaggi da esportare

Ecco quali sono le qualità interne alle startup e PMI innovative che le rendono competitive in un mercato estero

L’innovazione. Le startup e PMI innovative si fondano su un’idea nuova, rivisitata, alternativa: un elemento che le caratterizza e che rappresenta un enorme vantaggio competitivo da sfruttare ed esportare. Ma un’idea da sola non basta, è necessario che sia valorizzata, sviluppata e soprattutto proposta correttamente.

Il contenuto tecnologico. Queste imprese nascono nell’era del software, quindi non sorprende affatto che facciano forte utilizzo di tecnologie digitali e che si assumano il rischio di combinare conoscenze e tecniche moderne per fornire nuove soluzioni in risposta a richieste tradizionali ma anche più innovative e sfidanti.

Il potenziale di crescita. Oggi si sente spesso parlare del concetto di scalabilità in riferimento alle startup innovative, come qualità da ricercare. Le potenzialità per espandere in modo significativo il proprio business possono essere realizzate con l’ingresso nei giusti mercati pronti a riconoscere e acquisire il valore delle nuove idee.

Weaknesses: le lacune da colmare

Le startup e le PMI, in quanto tali, sono imprese che per esperienza e/o dimensione possono esprimere fattori di debolezza che, se non del tutto eliminati, sono comunque da ridurre

Le risorse economiche. La maggior parte delle nuove imprese dispone di fondi limitati non sempre sufficienti per valutare ed avviare progetti di sviluppo all’estero. Tale mancanza viene confusa come scarsa attrattività dell’offerta aziendale (l’idea), ma più semplicemente può essere frutto di un’incompatibilità con il mercato a cui l’impresa si rivolge.

L’esperienza export. La limitata esperienza intimidisce e frena le startup innovative a guardare all’estero. Le dimensioni ridotte e l’operare localmente possono far apparire i confini territoriali come uno spazio sicuro in cui posizionarsi, mentre l’innovazione meriterebbe di essere esportata e l’impresa di conoscere la domanda internazionale.

Le competenze di mercato. Le dimensioni limitate e il numero di risorse del team (in media, poco sopra le 3 unità inclusi soci e fondatori) comporta in genere l’assenza della funzione marketing, affiancate dell’infondata convinzione che un’idea innovativa possa vendersi da sola: non è così.

Opportunities: le occasioni all’estero

Proporsi sui mercati esteri comporta una serie di opportunità che il solo mercato locale non può offrire

La domanda internazionale. È in grado di potenziare lo sviluppo commerciale e il fatturato portandoli a nuovi livelli, se si esporta con consapevolezza, metodo e organizzazione. Chi conosce i mercati e sa creare connessioni stabili e durature vede il proprio sforzo esponenzialmente ripagato in termini di domanda, e la sfida diventa l’offerta.

I margini di profitto. Sfruttando il proprio vantaggio competitivo si può registrare un ritorno economico maggiore e più stabile di quello che il mercato di origine possa offrire. L’Italia è un paese esportatore rinomato e il mondo è disposto a pagare per un’offerta che ha origine nel paese culla della qualità e dell’ingegno.

La diversificazione. È un’opportunità da non sottovalutare, specialmente in questo periodo storico. Gli avvenimenti più recenti hanno evidenziato quanto sia consigliabile attingere da vari e differenti mercati per assicurarsi stabilità in un contesto globalizzato. Operare in vari mercati riduce il rischio di rimanere totalmente coinvolti nella crisi di un singolo mercato.

Threats: i rischi di chi esporta

L’estero non è un’oasi in cui vagare senza pensieri, piuttosto un ambiente di cui è bene conoscere e gestire dinamiche e variabili

Le leggi e regolamentazioni. Gli ostacoli normativi di un mercato sono elementi da conoscere e gestire per non incorrere in spiacevoli battute di arresto. Il rischio è dare per scontato che le cose funzionino allo stesso modo ovunque e trovarsi poi a dover far fronte ad adempimenti e adattamenti che pesano su tempi e costi commerciali.

La maggiore competizione. Quando ci si affaccia su un mercato nuovo o diverso è un’eventualità a cui occorre farsi trovare preparati. Una politica di marketing efficace e coerente è la chiave per non essere respinti da mercati esteri maturi.

La distanza fisica e culturale. È sempre presente, implica barriere linguistiche, culturali e fisiche che rendono delicato il rapporto con i partner/clienti esteri e impattano sulla gestione delle operazioni. Un tale divario richiede conoscenza dei mercati di destinazione e capacità gestionali in termini di logistica.

Esportare al massimo: l’export manager come scelta di potenziamento

Affidarsi ad un esperto di mercati internazionali e di tecniche di esportazione come un export manager significa neutralizzare le minacce e colmare le debolezze tipiche di una neo-impresa innovativa di piccole dimensioni che spesso esprime poca esperienza e conoscenza di dinamiche import-export. L’export manager è in grado di integrare l’attività emergente con conoscenze, strategie di marketing ed operatività necessarie per accompagnare l’impresa verso un graduale percorso di internazionalizzazione, consentendole di concentrarsi sullo sviluppo del vantaggio competitivo che la caratterizza: la propria offerta innovativa.

L’export manager ha non solo il vantaggio di completare le conoscenze e inesperienza dell’impresa, ma può anche proporre e fornire strumenti per sfruttare al meglio l’offerta competitiva aziendale e raccogliere tutte le potenziali opportunità nei mercati esteri in target. Attraverso soluzioni e modelli di business personalizzati per settore e per prodotto, l’export manager mette a diposizione dell’impresa la propria rete di relazioni e le proprie capacità comunicative e negoziali per finalizzare il potenziale innovativo ed economico aziendali. Con l’obiettivo di consacrare il valore dell’idea innovativa attraverso la proposta export della stessa.

Innovare è dare spazio alle idee, al confronto, al cambiamento

Qui il video integrale pubblicato da UNIEXPORTMANAGER in cui Elisabetta Leoni evidenzia il ruolo dell’export manager come risposta alla domanda di internazionalizzazione delle startup e PMI innovative

La distribuzione di questo articolo è regolata dalla licenza CC BY-NC-SA 4.0

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